Qualche consiglio per riciclare i vestiti, senza inutili perdite di tempo, rispettando, al contempo, l’ambiente: zero sprechi e tanta solidarietà.
La raccolta differenziata degli indumenti in Italia continua a svilupparsi, grazie alla nuova frazione tessile, che rappresenta una ottima opportunità per dare nuova vita ai capi dismessi e sostenere l’economia circolare. Pertanto, nelle prossime righe, vi forniamo alcuni consigli per riciclare vestiti, evitando di inquinare l’ambiente ed effettuare spreco di indumenti che, alla fine, possono essere destinati a usi alternativi.
Riciclare i vestiti per aiutare gli altri e tutelare l’ambiente
A partire dal 2022, in Italia la raccolta differenziata della frazione tessile è diventata obbligatoria.
Ciò significa che i cittadini devono conferire i vestiti usati in appositi contenitori, spesso gestiti da cooperative e/o aziende specializzate, presenti in molte città italiane. L’obiettivo è quello di ridurre i rifiuti indifferenziati, dando un nuovo valore ma anche nuova vita ai tessili che, nei fatti, possono essere riutilizzati e riciclati.

D’altronde, la pratica da attuare è molto semplice: basta piegare gli indumenti, metterli in una busta chiusa e depositarli nei cassonetti dedicati. Bisogna rispettare, però, una regola molto importante: i vestiti devono essere puliti e in buono stato. In tali contenitori, dunque, si possono inserire capispalla, pantaloni, t-shirt, scarpe appaiate, borse e accessori.
Pertanto, è fondamentale non inserire indumenti sporchi, umidi o impregnati di sostanze, poiché compromettono l’intera raccolta e ne rendono impossibile il recupero. Da escludere, inoltre, anche la biancheria intima per motivi igienici, a meno che non sia nuova e/o inutilizzata.
Che fine fanno gli abiti raccolti
Dopo il conferimento, gli indumenti sono trasportati in centri di selezione presso i quali sono suddivisi per stato di conservazione, tipo di tessuto e destinazione.
I capi ancora in buone condizioni sono disposti al riutilizzo attraverso canali solidali o mediante il mercato dell’usato, anche internazionale.
Quelli – invece – non più indossabili sono destinati al riciclo industriale: possono essere trasformati in filati rigenerati, imbottiture per arredamento, pannelli fonoassorbenti e materiali isolanti per l’edilizia.